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Criminologia

Cannibali. Le pratiche proibite dell’antropofagia.

di Chiara Camerani

Cannibali

Con l’avvento del Terzo Millennio, il cannibalismo appare ancora come un gesto di orrore estremo, l’ultimo tabù. Eppure, malgrado il disgusto che la sola idea di nutrirsi di un proprio simile può generare, il libro di Chiara Camerani dimostra come l’antropofagia sia più vicina alla realtà quotidiana di quanto si possa immaginare. Perché è vero che, soltanto parlando di “baci e morsi d’amore”, nessuno può sentirsi estraneo all’idea di inglobare l’altro attraverso un atto di cannibalismo simbolico, ma è anche vero che la cronaca nera offre una casistica ampia e raccapricciante: un numero sorprendentemente alto di mangiatori di uomini pronti a tutto pur di soddisfare le loro pulsioni criminali. Con gli strumenti della psicologia e le armi della ricerca storica, Cannibali racconta le mille sfaccettature dell’antropofagia: da Jack lo Squartatore al Vampiro di Sacramento, dal Mostro di Rostov all’Orco di Berengo, un’impressionante galleria di assassini guida il lettore in un coraggioso viaggio nei meandri più oscuri dell’animo umano.

 

 

Il Male

Categoria morale, patologia psichica, realtà umana

Rita Proto- Ufficio Stampa Edizioni Magi- Via Giuseppe Marchi 4 – 00161 Roma

tel: 0699703808 fax : 0699703819

www.magiedizioni.com ufficiostampa@magiedizioni.com

il maleFigure sinistre grondano sangue di stragi familiari, tramano nell’ombra un terrore internazionale, s’inebriano di sesso estremo; pedofili rapiscono bambini, madri di morte abbandonano neonati, signori della guerra prosperano di cadaveri… In questo saggio la psicologia del profondo scruta il lato oscuro della psiche, dove la follia confina con la malvagità. Il male sgorga da quelle profondità d’ombra e intreccia relazioni costanti con le sfere luminose della coscienza e dell’io. È manifestazione di follia e causa di sofferenze cruente; è sconvolgimento e devastazione, ma paradossalmente è anche motore di trasformazione.  In queste pagine il male si rivela come aspetto incontestabile della realtà, parte non eliminabile della totalità e si palesa in vincoli di fratellanza con il bene. Per assurdo, gioca un ruolo innegabile nel realizzare la pienezza dell’esistenza, perché è attraverso la dialettica aspra e perenne tra male e bene, tra l’ombra e l’io, che l’uomo ignaro e inconscio evolve in individuo cosciente ed eticamente responsabile. Nella realtà della vita psichica, per quanto paradossale, il male è nor-male.

Claudio Widmann, psicologo, psicoterapeuta, analista junghiano, è direttore dell’icsat (Italian Committee for the Study of Autogenic Therapy). Docente di discipline inerenti il simbolismo e l’immaginario presso varie Scuole di Specializzazione in Psicoterapia, conferenziere, è autore di numerosi scritti dedicati ai temi salienti della psicologia junghiana. Curatore di volumi collettanei (Il viaggio come metafora dell’esistenza, La psicologia del colore, Il rito), è autore di saggi che contribuiscono tanto all’approfondimento quanto alla divulgazione del pensiero junghiano. Ricordiamo Il simbolismo dei colori (giunto recentemente alla sua 3a edizione), Le terapie immaginative, La simbologia del presepe, Sul destino, Il mito del denaro, tutti editi per i tipi delle Edizioni Magi.  Vive a Ravenna, dove svolge l’attività di libero professionista.

 

Lineamenti di criminalistica forense

di Francesco Donato

Tecniche di sopralluogo, identificazione del soggetto ed elementi di balistica

Alle ore 7,30, in via ***, nel pieno centro di ***, il cadavere è stato scoperto. Qualcuno ha telefonato in questura e la polizia è arrivata a sirene spiegate: una decina di agenti, il commissario di turno, il sostituto procuratore. Dopo i primi accertamenti, viene pronunciata la frase di rito: «Avvisate la scientifica». Passano pochi minuti e uno stridore di freni annuncia l’arrivo di altre macchine. Scendono altri uomini. Alcuni di loro indossano dei giubbetti bianchi. Scattano fotografie, prelevano oggetti, compiono strane operazioni con altrettanto strani marchingegni. E annotano tutto. Poi, prima che il luogo si riempia di gente, se ne ripartono con la stessa rapidità con cui erano arrivati. Ma cosa accadrà ora negli uffici della questura? A quali analisi verrà sottoposto il materiale raccolto? E quali sofisticati strumenti verranno usati? Sono domande alle quali questo libro dà risposta, con un rapido ma aggiornatissimo excursus sulle ultime metodologie della polizia scientifica italiana, dalle tecniche del sopralluogo alle indagini balistiche, passando attraverso i metodi di identificazione del soggetto.





Storia della Tortura

Gruppo Editoriale Olimpia

La cultura del tempo libero www.edolimpia.it

E-mail: mail@edolimpia.it

GIOVANNI LATERRA

Mistery/Editoriale Olimpia pp. 152 – Euro 15,00

L’autore

Giovanni Laterra (Bari, 1957) si occupa di storia del territorio e di storia delle armi. Ha pubblicato, con altri autori, i volumi Sento ancora. Cronaca e storia della prima metà del secolo XX nella memoria di un lavoratore del porto di Livorno e Livorno: una città sul mare. Collabora con la rivista «Diana Armi». Vive a Livorno.

Il tema

Se ci si aggira in uno dei tanti musei della tortura presenti in Italia, si può avere l’impressione che questa terribile pratica sia stata ormai superata dai tempi. Ma non è così. I recenti casi succedutisi, dal tracollo dell’ex Jugoslavia all’Iraq fino alle notizie giunteci dal Myanmar, smentiscono ogni possibilità di rimozione del problema. Le cifre sono chiare: più di 130 paesi coinvolti, dal più oscurantista al più modernizzato, con casi di morte accertate in almeno 80 casi. Ben 31 stati che contemplano e giustificano ancora nelle loro leggi punizioni e mutilazioni corporali. Vittime che, nonostante il divieto sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dalla Convenzione di Ginevra, vanno dal prigioniero di guerra fino a quello politico, dai delinquenti comuni a innocenti come vecchi, donne e bambini. Questo volume offre un ulteriore spunto di riflessione in una prospettiva storica per comprendere meglio un fenomeno che, tuttavia, alcune organizzazioni e stati, tra i quali il nostro, vanno meritoriamente combattendo.

Il libro

Pali, seghe, gabbie, asce, funi, chiodi, ruote, carrucole. Per riuscire a spremere il dolore dalle membra e dall’anima di una vittima si potrebbe pensare a chissà quali fantasiose macchine partorite dall’ingegno umano. E invece la storia della tortura parte da qui, con l’uso di attrezzi che fanno assomigliare ridicolmente il boia a un fabbro o a un falegname. Più avanti, col trionfo della tecnologia, a un elettricista o a un maldestro cavadenti. Il tutto, in epoche antiche come per il presente, supportato da una conoscenza assolutamente scientifica dell’anatomia. Il bacio della vergine e la maschera d’infamia, l’ordalia del fuoco e quella dell’acqua, il piffero del baccanaro e la lingua di capra. Nomi o nomignoli che oggi, allontanati ormai da noi dolori e morte, ci fanno francamente sorridere o tutt’al più pensare a strani marchingegni esotici. Ma che se tradotti nei loro effetti sul corpo e sulla mente verrebbero certo accolti quantomeno con brividi e sussulti. E ancora squartamenti, colate di liquidi bollenti, lussazioni, fratture e poi scosse elettriche, affogamenti interrotti, false fucilazioni. Tutte tecniche sviluppate e perfezionate ulteriormente nell’arco di secoli, che rivelano alla fine i propri scopi. Scopi sempre legati a un potere che, legalizzato o no, cerca la confessione, la conversione o semplicemente la sottomissione della vittima. Fino al paradosso. La Chiesa dei martiri e quella degli inquisitori. La storia, diventata leggenda, di Vlad III Draculea, imparziale impalatore di cristiani, turchi e briganti. L’annunciazione per legge al condannato della data – persino l’ora e il minuto – della propria condanna a morte. Un dolore lungo secoli, narrato senza moralismi ma forse soltanto con un pizzico di ironia, per non finirne travolti.

 

Famiglie di sangue

Analisi dei reati in famiglia

Simonetta Costanzo Collana: Serie di psicologia, pp. 160

Prezzo: € 15,00

Editore: Franco Angeli – Milano

Famiglie di sangue è l’analisi dei reati che si consumano in ambito familiare. La violenza è un fatto quotidiano che nasce e viene sperimentato nella famiglia e che diventa l’oggetto di un discorso mitico e retorico, amplificato dai mass media, studiato dagli esperti, subìto dal cittadino che ne teme l’ascesa e l’incombente, strisciante minacciosità. I reati in famiglia sono in aumento ed esprimono la crisi profonda che sta vivendo la famiglia e, con essa, anche la società. Le madri uccidono i figli, senza pietà. I figli, perfino con indifferenza e superficialità, uccidono le madri, poi i parenti, i fratelli, infine, anche il padre. I mariti ammazzano le mogli e le mogli i mariti.  Questa è la distruttività che si genera e si autoalimenta nelle famiglie. Famiglie apparentemente perfette, nelle quali però l’ascolto è inesistente e la distorta comunicazione intrafamiliare ed extrafamiliare, dannosa.

In una prospettiva storica, mitologica, letteraria e criminologica, dunque, l’autrice traccia un profilo della violenza in famiglia sia nelle sue forme tipologiche che nei processi evolutivi e di cambiamento, ed interpreta e traduce le motivazioni inconsce che spingono un soggetto a colpire a morte uno o più consanguinei. Si è perciò immersa nell’inferno della famiglia che uccide, attraverso lo studio approfondito di casi di cronaca e di materiali giudiziari, e l’analisi psicobiografica. Ne emerge la realtà di grave sofferenza della famiglia, nella quale morbosità e trascuratezza si aggrovigliano in un doloroso divenire. I reati in famiglia trasgrediscono ogni legge morale e rappresentano il sintomo, quindi il fenomeno, prodotto da una famiglia che si è gravemente ammalata e si disgrega, quando è incapace di ritrovarsi in se stessa.

 

Racconti dal carcere

di Francesco Bertè

Nuovi Giunti

Medico presso la Casa Circondariale di Bergamo e direttore sanitario della Casa Circondariale di Monza, è l’autore del libro “Nuovi Giunti – Racconti dal carcere” (Editrice Monti 2005 – pp. 144 – €11,00), del quale riportiamo l’Introduzione.













La svastica nelle tenebre

“ Nazismo magico di Marco Castelli – euro 15,00 – pag. 170

Il saggio di Castelli parla del nazismo ma va oltre la comune conoscenza di un movimento politico razzista, responsabile dell’Olocausto e di altri terribili crimini contro l’umanità . L’autore ci fa scoprire in maniera approfondita il volto nascosto del nazismo e i motivi occulti alla base di molte decisioni e viaggi dei gerarchi di Hitler. Il testo esamina gli aspetti interni del fenomeno, svelandone il mistero. Si parte dall’Ariosofia e dalla Società Thule fino a rivelare la fonte luciferina della mistica, della tecnologia e dell’antropologia nazista. Un libro ricco non solo di storia e di orrore, ma anche di mistero e di magia. (Maurizio Maggioni) (per ordini :www.ilfoglioletterario.it – e a mezzo mail ilfoglio@infol.it)








Gli sterminatori

Di Angelo Zappalà Centro Scientifico Editore

Il testo, lontano dal sensazionalismo con cui sono generalmente raccontati questi delitti, affronta l’argomento “sterminatori” ancora non bene approfondito nella letteratura criminologica italiana. Quanti sono gli sterminatori in Italia? Come uccidono? Chi uccidono? Perché uccidono? Qual è il loro profilo? Nel rispondere a queste domande l’autore rende conto di azioni tanto drammatiche quanto inspiegabili, in maniera retrospettiva e ipotetica, ma sempre avendo come orizzonte di riferimento la dimensione clinica del fenomeno.

 

Il lato oscuro

di V. Andreoli

 













Psichiatria forense

Vittorio Volterra

criminologia ed etica psichiatrica”

IV Volume del Trattato Italiano di Psichiatria – Edizioni Masson














Madri che Uccidono

di Vincenzo M. Mastronardi e Matteo Villanova

Le voci agghiaccianti e disperte di oltre trecento donne che hanno assassinato i loro figli,nello studio più completo su un crimine che mette in discussione i valori più profondi della cultura umana











L’eredità di Caino

Guardare dentro la violenza

a cura di Amato Luciano Fargnoli














Coppie assassine

Cinzia Tani

Uccidere per odio o per amore, per denaro o per perversione

Bonnie e Clyde, Youssef e Claire Bebawi, Ian Brady e Myra Hindley, Marion Ihns e Judy Andersen, Paul Bernardo e Karla Homolka. Cosa spinge un uomo e una donna, una madre e una figlia, due fratelli, due amici a desiderare, architettare e compiere insieme un omicidio? Quale ebbrezza e quale sensazione di infallibilità si prova specchiandosi negli occhi dell’altro con la convinzione di far parte di un mondo composto da due sole persone, con regole e leggi uniche e assolute? Per indagare nel labirinto dei sentimenti che accomunano due assassini e svelare i lati più oscuri dell’agire umano, Cinzia Tani ha attinto alle cronache e agli atti dei processi di venticinque casi di omicidio, dal Settecento ai giorni nostri. Ha descritto i protagonisti, la loro infanzia, il loro primo incontro. Ha esaminato l’evoluzione del loro legame fino al delitto e ne ha ricercato i moventi. Passionali, come nel caso dell’uccisione di mariti crudeli o di amanti ingombranti, ma non solo.

Ci sono coppie che hanno ucciso per sadismo, come, nell’Inghilterra del Settecento, Sarah Metyard e la figlia, che torturavano a morte le loro apprendiste sarte; per denaro, come i due amici William Burke e William Hare, che nell’Ottocento “aiutavano” vecchi e diseredati a passare a miglior vita e vendevano i cadaveri all’università di Edimburgo per le lezioni di anatomia; per noia, come i giovani miliardari americani Nathan Leopold e Richard Loeb, che nei primi del Novecento rapirono e uccisero Bobby Franks per dimostrare che esiste il delitto perfetto; per disperazione, come nella triste storia delle sorelle Christine e Léa Papin, che a Le Mans nel 1933 ammazzarono la padrona e la figlia arrogante, dopo aver loro strappato gli occhi con le proprie mani.

Dalla passionalità del Settecento e dell’Ottocento, alle storie di abusi e povertà dei primi del Novecento, si arriva ai giorni nostri, all’omicidio a Roma del ricco playboy egiziano Farouk Chourbagi nel 1964, all’assassinio del produttore hollywoodiano Menendez e della moglie nel 1989, fino ai serial-killer, ai delitti a sfondo sadico e sessuale. Quello che non muta nel tempo è l’intensità del rapporto che si crea fra i due assassini, le ambiguità e le numerose sfaccettature di un legame spesso inspiegabile, un vincolo che supera l’amore e l’amicizia, la vendetta e l’odio, la bramosia e il sadismo, e trova il suo punto più alto, la sua compiutezza, nell’omicidio. Cinzia Tani vive e lavora a Roma. Ha diretto i mensili “Elite” e “Firma” ed è stata autrice e conduttrice di programmi radiotelevisivi, fra cui ricordiamo “L’occhio sul cinema”, “FantasticaMente”, “Italia mia benché”, “Tempo futuro” e “Chiedi chi erano i Beatles”. Ha pubblicato: Sognando California (Marsilio, 1989), I mesi blu (Marsilio, 1991), Dalla Russia alla Russia (Longanesi, 1996), con Giorgio M. Bressa FantasticaMente: paure e manie degli Italiani (Nuova Eri, 1994) e con Luigi De Maio Come vivere fantasticamente con 100 paure (Rai-Eri, 1999). Da Mondadori sono usciti Premiopoli (1987) e il best seller Assassine (1998).

 

Violenza sulle donne. Aspetti psicologici, psicopatologici e sociali

Autori Valeria Schimmenti , Giuseppe Craparo

Contributi

Elisa Borghi, Chiara Camerani, Vincenza Cannella, Angela Maria Di Vita, Silvia Fasciano, Merete Amann Gainotti, Simona Galasso, Maria Garro, Alessio Gori, Valeria Granatella, Simona Grilli, Laura Iannucci, Viviana Langher, Isabella Merzagora, Angela Miccichè, Filippo Petruccelli, Irene Petruccelli, Francesca Picone, Maria Elisabetta Ricci, Myriam Santilli, Chiara Simonelli, Antonia Tomasello

Quali sono le motivazioni che spingono un uomo a usare violenza fisica, psicologica o sessuale nei confronti di una donna?
Quali sono gli effetti psicologici e psicopatologici della violenza sulla vittima?
Quali sono le caratteristiche psicologiche dell’offender?
Qual è la natura della relazione fra offender e vittima?
Le risposte a queste e ad altre domande permettono di superare valutazioni e soluzioni semplicistiche che rischiano di adombrare la complessità di un fenomeno e di suggerire rimedi inadatti, laddove prevenirlo piuttosto o oltre che reprimerlo giova alla tutela sia del benessere individuale delle potenziali vittime sia della sicurezza collettiva.